Quante volte un genitore si trova a fronteggiare una vera e propria crisi di pianto inconsolabile, un momento di intensa agitazione psicomotoria o un’esplosione di rabbia incontrollata del proprio bambino?
Questi momenti, emotivamente molto forti, possono generare nei genitori dolore e angoscia per la sofferenza del loro bambino.
Inoltre, i genitori possono sentirsi disorientati di fronte a ciò che sta accadendo, e percepire se stessi come impotenti e incapaci, non sapendo come gestire la situazione e aiutare il proprio figlio.
In questo articolo andremo ad analizzare per prima cosa la funzione della rabbia nei bambini e da cosa può dipendere, per poi dare delle indicazioni precise di cosa i genitori possano concretamente fare in questi momenti per gestire al meglio la situazione.
Argomenti
Fattori scatenanti

Perché talvolta i bambini hanno reazioni che, almeno agli occhi dei genitori, appaiono del tutto inaspettate e spropositate? Possono essere davvero tanti, i motivi che accendono la “miccia” di un bambino e lo fanno esplodere.
Quali sono le percezioni più frequenti che possono scatenare nei bambini reazioni esplosive? Tra le “cause scatenanti” principali possiamo trovare :
- emozioni forti o sensazioni fastidiose e dolorose che il bambino non ha ancora imparato a riconoscere e verbalizzare e che quindi “agisce”;
- stanchezza, stress, eventi dolorosi o traumatici;
- tensioni all’interno della famiglia;
- un rifiuto da parte di un genitore, o in generale il tentativo da parte del bambino di negoziare le regole o non volerle accettare;
- uno specifico evento scatenante, come la scomparsa del giocattolo preferito, la rottura di qualcosa il bambino amava molto o, per quelli più grandi, una frustrazione scolastica o relazionale mal gestita.
Cos’è la rabbia e che funzioni ha

La rabbia è una delle emozioni di base. E le emozioni esistono perché hanno delle funzioni importanti. Solitamente la rabbia ha sotto di sé un’altra emozione, la tristezza. Una tristezza molto forte, che si accompagna a un altrettanto forte dolore. Sono la tristezza e il dolore la vera molla: la rabbia è solo un modo di reagire che il bambino mette in atto per segnalare che c’è qualcosa che non va.
D’altra parte, la rabbia è anche un importante segnale positivo, che indica che il bambino sta crescendo e scopre passo a passo il proprio io: impara chi è e cosa vuole, comincia il proprio percorso di autonomia, afferma la propria volontà.
Ed è in quest’ottica che si deve guardare alla rabbia, accettando e sostenendo il percorso di autonomia del bambino, ma senza cedere sulle regole.
Ciò che dobbiamo sperare è di rendere la rabbia un fuoco che cucina anziché un fuoco che brucia.
Clarissa Pinkola Estes
Ma cosa fare, nel caso di reazioni emotive particolarmente violente dei bambini, di esplosioni di rabbia, crisi di pianto inconsolabile o forte agitazione psicomotoria?
3 modi per peggiorare la situazione

Se vuoi raddrizzare una cosa, impara prima tutti i modi per storcerla ancora di più Antico proverbio cinese
Può sembrare assurdo cercare di capire e conoscere i modi per peggiorare una situazione. Perché mai una qualsiasi persona dovrebbe voler imparare come peggiorare una situazione invece che migliorarla?
Semplice: perché se scopro che qualcosa che sto attualmente facendo è fallimentare e disfunzionale, e che invece di migliorare il problema lo sta peggiorando via via, molto probabilmente smetterò immediatamente di farlo!
Nel caso di reazioni emotive particolarmente violente dei bambini, quali esplosioni di rabbia, crisi di pianto inconsolabile o forte agitazione psicomotoria, ci sono delle reazioni tipiche, dei tentativi di soluzione molto comuni che, invece di migliorare la situazione, la peggiorano.
Talvolta con le migliori intenzioni si producono i risultati peggiori Giorgio Nardone
Vediamo quali sono, quindi, i modi migliori per far peggiorare la situazione:
Perdere il controllo e arrabbiarsi
In questi casi, spesso, il genitore si fa coinvolgere nel vortice di rabbia, alza la voce, sgrida e mostra tutta la prova riprovazione. In questo modo, in genere, si innesca un braccio di ferro che porta la situazione a peggiorare sempre più, in una escalation emotiva disfunzionale. Il rischio è che si instauri un circolo vizioso, che poi tenderà a ripetersi nel tempo.
È importante evitare di rispondere ai comportamenti negativi con urla, minacce e svalutazioni: finiscono col rinforzare la reazione emotiva disfunzionale e innescano nel bambino meccanismi che amplificano una percezione negativa di sé.
Punire il bambino e cercare di reprimere le sue reazioni fisiche
Punire un bambino arrabbiato o agitato, o dirgli di calmarsi, non fa altro che innalzare i suoi livelli di stress, rendendolo ancora più incline a urlare, battere i piedi, lanciare oggetti, agitarsi con forza, fino ad agiti aggressivi come rompere gli oggetti o spingere via i genitori.
La manifestazione motoria della rabbia è un aspetto difficile da gestire. La cosa importante da tenere in mente, però, è che se il bambino, quando si arrabbia, ha reazioni fisiche (non si sta parlando di agiti violenti, ma di bisogno di muoversi o di agitazione psicomotoria) non va represso.
Tutti noi, quando proviamo rabbia o agitazione, è come se avessimo dentro di noi un sovraccarico di energia: lo stesso vale per i bambini, e il loro modo di scaricarla passa in genere dal movimento e dal corpo. Ci sono dei modi funzionali per aiutarlo in questo. Vedremo come nei paragrafi seguenti.
Cedere, oppure tentare di tenere una regola e poi cedere
Ogni volta che si cede di fronte a una crisi di un bambino, lui impara che tirando un po’ la corda può ottenere ciò che vuole, e così innalzerà sempre un po’ di più la soglia fino a raggiungere il punto di rottura dei genitori e ottenere quanto desiderato.
L’incapacità dei genitori di far rispettare regole, tempi e modi ai propri figli apre le porte a comportamenti sempre più tirannici e a reazioni sempre più rabbiose, discontrollate e aggressive a ogni nuovo tentativo di riportare in casa ordine e una corretta gerarchia.
Come visto, queste 3 tentate soluzioni non solo si rivelano inefficaci, ma anzi, come spesso accade, contribuiscono a mantenere il problema e a farlo peggiorare.
Come fare, allora, a gestire questi momenti così difficili da un punto di vista emotivo, relazionale ed educativo?
2 strategie efficaci per gestire le crisi di rabbia dei bambini

Per educare un bambino servono regole chiare e precise, realistiche e ragionevoli, da portare sempre avanti senza eccezioni e senza cedere al bambino. Per ottenere questo, occorre che i genitori abbiano un progetto educativo chiaro e condiviso, che si basi su un modello di educazione in cui si dia una ferma importanza all’aspetto organizzativo.
I genitori devono riuscire a mantenersi alla giusta distanza dai propri figli, offrendo loro la sicurezza di cui hanno bisogno ma garantendo allo stesso tempo tutto il sostegno possibile al loro processo di autonomia.
Nel caso di momenti di crisi molto forte, che rischiano di compromettere la tenuta del processo educativo, è possibile mettere in atto alcune strategie che risultano altamente efficaci per gestire le esplosioni di rabbia, le crisi di pianto incontrollato, l’agitazione psicomotoria e persino gli agiti aggressivi.
Sono strumenti che ho utilizzato più volte, sempre con risultati assolutamente soddisfacenti, nel mio lavoro con i bambini in qualità di assistente educativo domiciliare, e che possono trovare ampio utilizzo in ambito terapeutico ed educativo.
Ignorare il bambino
In certi casi, la tattica migliore può essere quella di ignorare la scenata e attendere che passi, lasciando al bambino il tempo per passare “attraverso” la rabbia. Questo toglie al bambino la soddisfazione di avere degli spettatori, elimina il fortissimo vantaggio secondario di avere su di sé tutta l’attenzione dei genitori e del contesto e rompe il copione solito, generando una situazione nuova che il bambino non si aspetta.

Ad esempio, di fronte alle crisi che il bambino ha imparato a utilizzare in maniera funzionale per ricevere attenzioni o ottenere qualcosa, e ancor di più di fronte ai comportamenti aggressivi, il genitore può fare finta di niente e dedicarsi ad altre attività lontano dal bambino, lasciandolo solo, oppure andare via del tutto, senza dire nulla.
Di solito il bambino all’inizio si sente vincitore, ma poi non regge al rifiuto affettivo e cerca il genitore. A questo punto, il genitore dichiarerà che, non riuscendo a sopportare certi comportamenti, preferisce allontanarsi. Questo stratagemma terapeutico è estremamente efficace: in genere il bambino cambia rapidamente atteggiamento e comportamenti.
Solo in un secondo momento, quando è sbollita la rabbia, se necessario si proverà a parlare col bambino e a capire con lui le ragioni del suo comportamento.
Far sfogare la tensione fisica in modo costruttivo
Come detto in precedenza, talvolta il bambino, quando è arrabbiato, nervoso o agitato si sente in sovraccarico di energia. Di fronte a uno scoppio di rabbia, quindi, è importante evitare di chiedergli di calmarsi: in quel momento non è in grado di farlo e tale richiesta, totalmente contraria alla sua percezione, potrebbe farlo infuriare ancora di più.
È importante che il genitore lo aiuti a sfogare la tensione in modo sicuro e non dannoso per sé e per gli altri.

Per esempio, lo si può incoraggiare a saltare velocemente sul posto, con la corda o in giro per la stanza, mandarlo a fare una camminata o una corsa in cortile, oppure comprare un punching ball e invitarlo a usarlo nei momenti di rabbia esplosiva.
In generale, va bene qualsiasi attività controllata che offra una valvola di sfogo, cosa che ha la doppia velenza di far sentire al bambino che abbiamo compreso e accettato la sua rabbia, e allo stesso tempo che gli stiamo insegnando modi maggiormente accettabili di gestirla.
Far frequentare ai bambini uno sport con regolarità è in genere un ottimo strumento, per garantire loro uno spazio costante in cui sfogare costruttivamente l’energia e le tensioni nervose.
Quando bisogna preoccuparsi
Se gli episodi di rabbia sono continuativi e si manifestano in più contesti (famiglia, scuola, gruppo sportivo…) e il bambino diventa aggressivo, non tollera le frustrazioni, fatica a rispettare le regole, diventa violento, questo è un segnale di allarme da non sottovalutare.
Il rischio maggiore al quale la famiglia può andare incontro è che la difficoltà del bambino, col tempo, arrivi a trasformarsi in un disagio profondo e di conseguenza in un disturbo psicopatologico.
In questi casi, più un intervento è precoce e tempestivo, prima si iniziano a mettere in atto strategie finalizzate alla risoluzione del problema, più si scongiura la possibilità che si strutturi un disturbo conclamato.
La terapia breve strategica è molto efficace in questi casi. È possibile infatti intervenire in maniera puntuale, attraverso la terapia indiretta, insegnando ai genitori strumenti pratici ed efficaci per affrontare e gestire i problemi, le sofferenze, i disagi dei figli, tecniche e strategie specifiche in grado di modificare la situazione problematica.
Per approfondimenti sulle possibilità di lavorare in seduta coi genitori per intervenire in modo indiretto sui bambini, si rimanda alle pagine terapia indiretta e aiutare i genirori ad aiutare i propri figli.
Dott.ssa Adriana Serra – psicologa specializzata in Terapia breve strategica
Bibliografia
Nardone, G. (2012) – Aiutare i genitori ad aiutare i figli. Problemi e soluzioni per il ciclo di vita. Ponte alle grazie
Valido consiglio. Il problema è riuscire a dominarsi mentre lo si sta ignorando. A me sale tanta rabbia mentre sento gridare così forte per quello che a me pare una banalità..un giocattolo rotto, un biscotto che si spezza, una tenda che nn si monta e a volte mentre sono lì sola devi picchiarmi. Forse dovrei ignorare e comprare per me un punching ball.
Grazie della risposta e del complimento, Isabella. Sai che hai ragione?! L’idea del punghing ball per la mamma sovraccarica è ottima! O comunque di qualcosa che la aiuti a sfogarsi, a rilassarsi, a concedersi tempo per sé… Genitori che sono in grado di prendersi anche uno spazio per sé portano a bambini più equilibrati e sereni. E per le bizze ci sono tante soluzioni oltre all’ignorare: accogliere la frustrazione del bambino (senza soddisfare la bizza), aiutare a trovare una soluzione, cambiare argomento proponendo qualcosa di piacevole e divertente… Insomma, usare tutta una gamma di reazioni diverse, in maniera da sorprenderlo sempre ☺️
Grazie per le Sue parole. Mia figlia di quasi 6anni ha solitamente prima di dormire attacchi di rabbia. Dice che ha bisogno di sfogarsi con calci a me che sono la mamma. Che fare? Io e il papà ci siamo separati 6mesi fa.
Buonasera Valentina, e grazie a lei per l’apprezzamento. La prima domanda che mi viene spontanea è: e la mamma accetta questo? Accetta questi calci, un comportamento così disfunzionale e assolutamente non giustificato? Alla bambina si dice, senza rabbia ma molto chiaramente: “Capisco che sei arrabbiata e che hai bisogno di sfogarti, succede a tutti di avere un periodo più difficile o doloroso, ma non accetto assolutamente che tu ti permetta di darmi i calci. Se vuoi sfogarti in maniera forte vai in camera tua e ti sfoghi nel modo che preferisci, torna pure da me quando starai meglio”.
Questo perché l’emozione della bambina va assolutamente accolta e normalizzata, è importante che capisca che la mamma la accetta e che non c’è niente di male nel provare una emozione anche così forte, ma che questo assolutamente non giustifica un comportamento violento come il suo. L’invito ad andare in camera non è punitivo, ma certo contenitivo, e serve a ridefinire con chiarezza i ruoli.
Naturalmente questa è solo una prima indicazione che mi è venuta relativamente ad un comportamento così evidentemente disfunzionale, ma ci sarebbero sicuramente da approfondire le dinamiche relazionali e il modo in cui questa dinamica madre-figlia si ripete e si rinforza.
Resto a disposizione
Dott.ssa Serra
Mia figlia 6 anni si arrabbia tutti i giorni per motivi banali,picchia sia me che il padre e dice che le piace farci male.
Questi momenti durano tanto e le stiamo provando tutte per calmarla…
All’inizio ci arrabbiamo anche noi ma si peggiorava,adesso le diciamo che le vogliamo bene e che siamo lì per lei e che ci si puo arrabbiare qualche volta…
Stiamo valutando anche l’aiuto di un terapista…
È difficile mantenere la calma alcune volte ci sembra di vivere un incubo
Grazie
Buongiorno Lucia, e grazie per avermi scritto. Sicuramente quella da lei indicata è una situazione complessa, in cui sono in gioco dinamiche relazionali e ambientali importanti e che sicuramente vi può risultare molto difficile da gestire e da tollerare.
Ci sono tanti aspetti molto importanti da valutare, per poter capire come agire nel modo migliore per aiutare la bambina: cosa scatena la rabbia? Quali sono le situazioni, le cose che accadono, le emozioni che la travolgono tanto da farle salire la rabbia a livelli così elevati? In quali situazioni ambientali avvengono le crisi e in quali, invece, la bambina è tranquilla, o comunque riesce a controllarsi? Quali reazioni hanno i genitori?
Diciamo che in generale, in queste situazioni, la prima cosa da fare sarebbe mostrarsi fermi e non preoccupati, bloccare con delicatezza ma in maniera decisa la bambina chiarendo con fermezza che le mani addosso non sono tollerate e fornendole alternative funzionali a sfogare tutta la forte energia fisica che la rabbia le genera.
Ma senza una precisa analisi della situazione è molto difficile dire di più e fornire indicazioni in direzione di un cambiamento funzionale e strutturato.
Credo che l’idea di chiedere aiuto a un professionista possa essere davvero valida, qualcuno di esterno in grado di osservare in maniera funzionale la situazione e supportare la famiglia in un processo di cambiamento che parta dai genitori per coinvolgere anche la bambina.
Io sono a disposizione, sia in studio che on-line con le principali piattaforme, così come sono disponibile anche a consigliare colleghi di fiducia nella vostra zona.
Cordiali saluti
Dott.ssa Adriana Serra
Mia figlia ha due anni e mezzo e da quando sono ritornata a lavoro ha attacchi di rabbia due volte al giorno ma solo con me . Urla piange ed è molto violenta, io cerco di ignorarla ma la situazione sta diventando insostenibile.. cosa no posso fare?
Buonasera dottoressa Adriana serra chi le scrive sono la nonna di un bimbo di 6 anni,mio nipote a iniziato la scuola,e sono un paio di volte che gli vengono crisi di rabbia,e non so riesce a calmarsi,perché magari ho perché non sa fare un compito,oppure se sbaglia si innervosisce,oppure il fratellino di 3 anni gli prende qualcosa di suo.Volevo anche dirgli che i genitori lavorano entrambi,può essere anche questo perciò lui a queste crisi .non sappiamo cosa fare se ci può indicare lei cosa fare grazie
Buongiorno Io vorrei sapere se è normale che mia figlia di 4 anni abbia sfoghi di rabbia in situazioni si gioco con altri bambini. Tipo non arrivare in tempo alle altalene e quindi rimanere fuori oppure essere strattonata da un gioco e perdere il posto oppure quando si contendono un giocattolo. Come ci si deve comportare ma soprattutto perché lo fa? Ha un qualche disagio interiore o sofferenza?
Buongiorno,
e grazie per avermi scritto. Da quello che mi scrive, la mia impressione è che la sua bambina abbia una scarsissima tolleranza alla frustrazione e poca capacità di gestire le emozioni negative, arrivando molto in fretta a reazioni emotive forti.
Per riuscire a rispondere ci sono tanti aspetti importanti da valutare: cosa avviene durante le reazioni di rabbia? Sono esplosive, con agiti verso gli altri o verso gli oggetti, oppure crisi in cui si butta in terra, grida, si agita o si irrigidisce, batte i pugni o i piedi? Cosa avviene prima, cosa scatena le crisi? Avvengono sempre, oppure solo in certi ambienti e situazioni? Come reagiscono le persone intorno a lei (i genitori, ma anche gli altri bambini, gli altri genitori e così via)?
Diciamo che un primo passo importante è sicuramente accogliere e accettare la sua rabbia, senza farla sentire in colpa o giudicata per le sue emozioni. Potete aiutarla a dare un “nome” alla sua rimozione, a capirla e conoscerla, mettendovi a disposizione per aiutarla a gestirla.
È però molto difficile dare ulteriori indicazioni senza conoscere per bene la situazione.
Penso che potrebbe essere davvero di aiuto, per voi, rivolgervi ad un professionista in grado di valutare al meglio la situazione e seguirvi in un percorso di cambiamento che coinvolga tutta la famiglia, in direzione del maggior benessere possibile della bambina.
Io sono naturalmente a disposizione per ulteriori informazioni.
Dott.ssa Adriana Serra
Buonasera mio figlio 3 anni che in genere è dolcissimo anche se tende a non obbedire mai negli ultimi giorni ha crisi dì rabbia se non si fa ciò che vuole lui piange e ci riempie di calci. Non so come gestirlo spero in un suo consiglio
I really enjoy the article.Thanks Again. Awesome. Kristal Watahomigie
Buongiorno dott.ssa ho letto con molto interesse il suo articolo.Mia figlia di 9 anni è spesso arrabbiata, alcune volte già al mattino appena sveglia. In alcuni casi, per motivi anche futili va su tutte le furie e ci aggredisce fisicamente e verbalmente urlando in maniera incontrollabile. Sicuramente fino ad oggi ho sbagliato anche il mio comportamento, mi arrabbiavo , rispondevo in maniera nervosa alle sue aggressioni verbali e credo di aver innescato un circolo vizioso. Proverò le sue tecniche e spero di riuscire ad ottenere dei benefici. Grazie mille
Buongiorno dott.ssa ho letto con molto interesse il suo articolo.Mia figlia di 9 anni è spesso arrabbiata, alcune volte già al mattino appena sveglia. In alcuni casi, per motivi anche futili va su tutte le furie e ci aggredisce fisicamente e verbalmente urlando in maniera incontrollabile. Sicuramente fino ad oggi ho sbagliato anche il mio comportamento, mi arrabbiavo , rispondevo in maniera nervosa alle sue aggressioni verbali e credo di aver innescato un circolo vizioso. Proverò le sue tecniche e spero di riuscire ad ottenere dei benefici. Grazie mille
Salve dottoressa,io sono disperata,mio figlio di tre anni da circa un anno e mezzo manifesta la sua rabbia in maniera sempre più crescente. Soprattutto la sera sembra una guerra in famiglia,eppure non lo sto educando in maniera differente dagli altri due figli. A volte ho paura che si faccia del male sbattendo o durante uno scatto di rabbia,o che faccia del male a uno di noi perché a
Volte si scaglia contro. In questi casi e difficile non reagire,a me sale rabbia e tristezza e mi sento impotente . Laura
Buonasera Laura,
certo, capisco perfettamente la percezione di impotenza che si può provare di fronte a un figlio che manifesta in maniera così evidente e disfunzionale una sofferenza che probabilmente non riesce a esprimere in altro modo. Capisco anche che sia molto difficile non reagire, stare fermi di fronte a episodi così terribili è difficilissimo, si ha sempre la percezione di essere irresponsabili, a non agire.
Credo che sia molto importante porre l’attenzione su come si reagisce: probabilmente si è scatenata una dinamica azione-reazione che si ripete più o meno sempre uguale e che purtroppo non riesce a scardinare il problema. Cosa fanno i genitori in quei casi? Come reagisce il papà? Come la mamma? Cosa fanno o dicono gli altri fratelli?
Nella mia esperienza, partire dal valutare quali sono le azioni e reazioni tipiche è molto utile, nell’ottica di capire quali sono i punti in cui è possibile provare ad apportare qualche modifica che sblocchi la situazione modificando il circolo vizioso.
Sono anche consapevole di quanto sia difficile essere in grado di “osservarsi” da fuori mentre si è in mezzo all’occhio del ciclone, per questo talvolta il supporto di una figura esterna qualificata si rivela un ottimo strumento per riuscire ad analizzare e poi uscire dalla dinamica che mantiene il problema.
Spero di esserle stata utile.
Resto a disposizione
Dott.ssa Adriana Serra
Buongiorno dottoressa mio bimbo di 5 anni ogni tanto non sempre ha reazioni un po forti solo con il papà (non presente per motivi di lavoro)invece al asilo e fuori e con tutti molto calmo educato e rispetta le regole anzi al asilo il preferito del educatrice
Il papa dice che bisogna punirlo e che non deve comportarsi così con lui e questa è maleducazione ma io la vedo un manifestare una mancanza o un fastidio ripeto fa così solo ed esclusivamente con lui.grazi
Salve dottoressa, io sono molto scoraggiata non so casa fare, mia figlia ha avuto un attacco isterico mentre eravamo al parco giochi le ho dato di andare a casa, dopo due ore di giochi, le hi spiegato che suo fratello di 10 mesi doveva dormire cosi non potevamo rimanere ancora ed in un secondo ha iniziato a piangere, urlare,buttarsi per terra, mi ha graffiata tutta, il viso, le braccia, mi ha strappato metà sei Capelli e point cercando di andare via ho dovuto forzarla per legarla al segiolino ma poi mentre guidavo si è slacciata è venuta davanti mi ha tirato I capelli con una rabbia incontrollabile al punto che quasi faccio un incidente stradale a questo pinto ho reagito spingendola in dietro e dandole uno schiaffo per evitare l’incidente ma sono senza parole questa è la prima volta ma mi sembra una storia di paura perfavore mi dica Cosa posso fare
Buonasera dottoressa, mio figlio di 14 mesi ha da pochi giorni iniziato ad avere delle esplosioni di rabbia che mi danno da pensare. Per un “No” qualsiasi, a cui non faceva neanche caso, piange disperatamente, urla e sbatte la testa a estra e sinistra rischiando di fare molto male a se stesso oltre che a me. È anche in fase di dentizione, in questi caso piuttosto fastidiosa e dolorosa, ma nn so dire se le cose possano essere collegate. Nn so se preoccuparmi, nn so come giudicare questi atteggiamenti. Nadia
Buonasera, cosa fare invece se i comportamenti sono di un alunno in classe? Se a volte eccedono l’emotività e sfociano in una rabbia fisica? Cosa fare a tutela sua e degli altri compagni?
Buon giorno dottoressa…ho trovato molto interessante il suo articolo! Noi stiamo vivendo una situazione simile con nostro figlio di 9 anni! La maggior parte del tempo è un bambino solare ubbidiente allegro ma ci sono ovviamente situazioni che lo fanno esplodere di rabbia e diventa oppositivo.. tutto è no..diventa maleducato e purtroppo a volte aggressivo soprattutto con i bambini che in realtà cercano di consolarlo…come se il suo cervello andasse in tilt e non riesce più a distinguere chi li ha fatto un torto e chi cerca di aiutarlo! A casa abbiamo imparato insieme come gestire la rabbia… parlando tanto con lui faccendo capire che anche le parole feriscono e riusciamo a calmarlo ma il problema principale è a scuola e ora al nuovo sport “baseball” non tollera le sconfitte o non riuscire a fare quello che lui stesso aveva deciso..per esempio: non riuscire ad essere il primo nella fila per uscire da scuola…o non portare dentro lo spogliatoio lo lo strumento che aveva deciso lui “tipo le mazze” allora diventa lagnoso e piange e strilla e dice l’opposto di quanto in realtà pensa! Sarebbe il caso di rivolgersi ad uno specialista? Chi di preciso? Non vogliamo che venga visto come un bambino cattivo solo perché ha difficoltà nel gestire le emozioni…a casa c’è un ambiente sereno.. entrambi lo aiutiamo ma siamo consapevoli che non possiamo essere presenti sempre. Grazie
Dott.ssa ottimi consigli. Peccato che è tutto amplificato da questo terribile periodo di restrizioni. Sport cinema e libertà limitate portano a peggiorare i problemi. Ho capito dopo due anni dalla nascita del mio secondo figlio che il maggiore 9 anni non ha maturato l’arrivo del fratellino. Alterna momenti di amore puro a parole assurde! Tipo datelo via! Fallo sparire! Inoltre rifiuta di rispettare le regole e alterna momenti di rabbia quando facciamo il braccio di ferro . Errore nostro. Ma nel marasma si sbaglia sempre. Può consigliarmi un centro Bari e provincia dove rivolgerci per un consulto sul comportamento da adottare ? Grazie
Buongiorno il mio bimbo fa 6 anni a Dicembre , e da 4 mesi che mio figlio ha attacchi di rabbia…ad esempio per una palla che il papà non gli ha dato al parco perché lui ( mio figlio) non è andata a prenderla quando il papà gli e la detto. Quindi lo ha avvisato..se non prendi la palla perché lasciata così si perde…dopo non giochi con me e tuo fratello e così ha fatto, e li una crisi…un altra volta per un no ad una brioches che voleva, un altra volta ad un no per usare il cellulare, e l’ultima crisi perché voleva a tutti i costi decidere lui il cartone da vedere in TV. È l’ultimo di 3 fratelli , 1 femmina e due maschietti compreso lui.
Ogni no che gli diciamo gli spieghiamo il perché,ma non vuole sentire ragione,né con le buone e ne con le ” cattive” l’altra settimana ha fatto una crisi, questa settimana due.
La ringrazio e buon lavoro
Buon giorno dottoressa sono Marvel faccio la babysitter a due bambini di 10 e 5 anni sto con loro dalla nascita del più piccolo vorrei poter aiutare i suoi genitori a gestire i fogli visto che adesso non fanno altro che chiedere di passare il tempo con i giochi elettronici sia Nintendo che computer tanto che la mamma gli ha messo un orario 1 ora e 45 min a ciascuno io ritengo sia troppo tempo visto che non vogliono più fare altri giochi e se lo fanno scatta subito la rabbia non appena vedono che stanno perdendo qualunque sia il gioco si rifiutano di perdere e cominciano le urla e addirittura si alzano e non voglio più fare qualsiasi gioco e cercano subito i genitori e chiedono i giochi elettronici e loro puntualmente autorizzano a prenderli e quando dicono di no si alterano e gli urlano contro addirittura il più piccolo dice sei una stupida mamma, cretina sei una bruttissima mamma e lei risponde sempre si sono stupida si sono cretina si sono una bruttissima mamma, amico parere non dovrebbe accettare queste parole e soprattutto non cedere alle richieste dopo tutto questo e anche se non ha dato io consenso lui prende lo steso il computer si è di si invece io lo prendo e ti non mi dire niente Lei fa solo un sospiro e dice fa come vuoi adesso è un continuo lo fa tutti i giorni scatta la rabbia urla camina avanti e indietro dicendo siete tutti contro di me e così via io che sono la babysitter gli dico vai in camera tua e quando ti sei calmato vieni da me e così si calma , ma quando ci sono i genitori non c’è nulla da fare
Il fratello di 10 anni anche lui risponde all’invito a giocare dicendo io mi annoio non so che fare e se lo fa lui fa sempre in modo che il fratellino chieda i giochi elettronici e lo fa piangere così la mamma per non sentirli litigare risponde con un prendete i giochi elettronici Io da babysitter così non riesco a fare niente avevo detto ai genitori di mettere regole che possano essere seguite e farle rispettare ma se la mamma dice a me oggi non possono prendere i giochi elettronici con me da sola mi ubbidiscono ma quando arriva il padre loro corrono da lui e si fanno fare quello che vogliono e lui non fa rispettare quello che la mamma aveva chiesto i bimbi a questo punto rispondono se papà lo dice noi possiamo farlo
Chiedo scusa per la lunga lettera
Cosa posso fare come mi devo comportare , cosa devo dire ai genitori , in quale modo posso essere di aiuto a questa famiglia?
Grazie
Buonasera,
direi che aver scritto questo messaggio è già una grandissima prova di responsabilità verso questa famiglia! Dalla descrizione, sembra si tratti di genitori che hanno estrema difficoltà a gestire i figli e tenere l’autorevolezza genitoriale, che è indispensabile. I bambini in casa sono diventati praticamente dittatori!
Nel tuo caso, hai pochissimo spazio di manovra, puoi solo mettere le regole e impegnarti a farle gestire quando ci sei solo tu. Se i genitori non sono in grado o non vogliono ascoltarti, direi che è molto difficile per te trovare un modo per agire. Potresti provare ad appellarti un po’ alla loro paura, del tipo: se qui non si cambiano un po’ le cose, possono solo peggiorare, lo sapete, vero?
Io mi occupo di sostegno alla genitorialità, anche online, e ritengo che la famiglia per cui lavori potrebbe aver bisogno di un supporto di un professionista. Ma non credo quanto sia il grado di parlarne, da parte tua.
Insomma, spero di averti aiutato almeno un po’.
Cordiali saluti
Dott.ssa Adriana Serra
Salve,
Il mio bambino ha 2 anni e mezzo e ha delle crisi di rabbia quasi sempre durante le ore dei pasti. Vuole mangiare solo quello che decide lui o altrimenti chiede di vedere i cartoni. Noi abbiamo deciso di restare fermi su questi punti: niente tele quando si mangia e si mangia quello che è stato preparato (cerco sempre di preparare cose che a lui piacciono). Il problema si pone soprattutto a cena, non dormendo il pomeriggio, arriva a ora del pasto serale molto stanco e al minimo problema piange disperatamente e ha delle crisi di rabbia inconsolabili, smette solamente quando tra una spinta e un calcio si addormenta distrutto quasi sempre senza aver mangiato. Cosa potrei fare in questo caso quando la stanchezza prende il sopravvento? Grazie
Buongiorno, che fare con un bimbo di anno e due che ha delle crisi di rabbia, mi da schiaffi, lancia le cose, si butta a terra e si contorce. E’ iniziato tutto dopo che è stato male, sta mettendo due premolari e canini insieme, sarà qua la sua rabbia? Aiutoooo
Grazie
Buonasera dottoressa,
Mio figlio di 2 anni e mezzo ha iniziato da poco più di un mese ad avere delle “crisi” di rabbia sempre più frequenti.
Io e il padre siamo separati da 6 mesi, il padre è sempre stato assente con lui (paradossalmente passa più tempo con lui ora che deve adempiere agli obblighi di frequentazione del figlio) ed il bambino fortemente legato a me. Le crisi sono aumentate in questo periodo ed in particolare dopo una settimana di vacanza col padre (mio figlio non era mai stato senza vedermi per più di una notte da quando è nato). Da questa vacanza pare terrorizzato ogni volta che mi allontano, mentre prima non si era mai fatto problemi.
Per lo più si arrabbia se mi devo assentare un attimo (oggi l’ho lasciato 5 minuti con la nonna per recuperare l’auto in un parcheggio), ma a volte le crisi si scatenano per motivi totalmente futili (es: torre di mattoncini che cade, gioco non trovato, siamo a passeggio ed io giro a destra e lui vuole andare a sinistra…).
Le crisi durano parecchio, prima che si calmi a volte passa più di mezz’ora, si butta a terra, urla, strepita, ripete “no” di continuo, tira calci, pugni a tutto ciò che gli è attorno, se cerco di abbracciarlo per contenere la sua rabbia (e per evitare che si faccia /faccia del male) cerca di graffiarmi e mordermi.
Quando finalmente si calma è stremato e spesso dopo si addormenta.
I miei genitori continuano a dirmi che non è normale e che dovrei farlo vedere da qualcuno. Ma io non riesco a vederlo come problematico o con problemi:
da quando ha 2 anni sa contare fino a 20, sa leggere i numeri e le lettere dell’alfabeto, che conosce anche in inglese, ha un ampio vocabolario per la sua età, conosce moltissime canzoni a memoria e nomi di animali. Balla ed ha senso del ritmo. È dolce ed empatico. L’unica cosa che ha paura a fare sono le scale, perché soffre di vertigini. Il pediatra non ha mai riscontrato anomalie nel suo sviluppo psicomotorio, ad oggi.
Dovrei preoccuparmi di più? Forse davvero ha dei problemi e non li voglio vedere?
Grazie per questo articolo, mi trovo ad affrontare, insieme al mio compagno, le prime crisi di rabbia di nostro figlio. È un bambino vitale e curioso, molto gioioso e socievole. È empatico. Ha tredici mesi, siamo in vacanza e proprio in questi giorni sta maggiormente manifestando che VUOLE e NON VUOLE qualcosa. Io e il mio compagno ci siamo resi conto di essere in una fase importante, ed essendo due persone calme, quello che ci viene naturale fare è accogliere questa emozione del bambino nel tentativo di depotenziarla. Questa sera però la questione è stata più delicata e, come vede dall’ora in cui scrivo (2.00), mi ha particolarmente preoccupata l’idea di poter commettere errori. Il bambino chiaramente mangia, ma chiede ancora il seno e prende un biberon nella prima parte della notte. (Per ragioni fisiologiche che non sto a spiegare, avrei bisogno di smettere di allattare.) Questa sera il bambino si è svegliato come sempre e ha chiesto il seno. Per non svuotare il seno prima della poppata del mattino, come faccio sempre, ho aspettato che il papà preparasse il biberon, nel frattempo ho accarezzato il bambino e l’ho coccolato. Lui però ha avuto una reazione di rabbia piuttosto acuta e violenta, ha pianto e urlato: da una parte mi cercava, dall’altra mi scacciava a mandate. La cosa è andata avanti anche all’arrivo del biberon, il papà l’ha preso in braccio e ha cercato di calmarlo a sua volta senza capire perché non lo accontentassi col seno. Io ho cercato di capire il motivo del suo disagio, ho sentito che la sua frustrazione era rivolta verso di me, ma avendogli dato sia attenzione, che coccole, che cibo, ho pensato potesse essere disfunzionale cedere a metà pianto e porgergli la tetta per farlo calmare. Alla fine il bambino si è addormentato, io ancora no. Sento di essere in una fase delicata e che le reazioni che ho ora sono particolarmente importanti per definire il perimetro della nostra relazione. Vorrei chiederle un suo pensiero a riguardo. Grazie mille
Cecilia
Buongiorno Cecilia,
direi che va benissimo non cedere. Quando si prende una decisione educativa, va portata in fondo e poi avanti con coerenza. Le eccezioni possono arrivare quando la regola è appresa. Sarebbe auspicabile un accordo educativo col suo compagno: definire le priorità, gli obiettivi, le linee educative, in maniera che vi muoviate il più possibile nella stessa direzione.
Capisco la sua preoccupazione, ma non è un singolo episodio a definire tutte le reazioni future.
Mi faccia sapere come va
Dott.ssa Adriana Serra
Buonasera sono la mamma di un bambino di 2 anni e tt le notti le vengono crisi isteriche di urla pianti e agitazione gli do anche la melatonina ma niente sono disperata e distrutta il non dormire si fa sentire
Buongiorno Francesca, grazie di avermi scritto. Certo, capisco che la situazione sia difficilissima, il sonno è fondamentale. Prima di pensare a cause psicologiche, le devo chiedere se ha fatto dei controlli medici per assicurarsi che non ci siano problematiche che magari generano fastidio o dolore.
Detto questo, per me sarebbe necessario capire le abitudini del bambino e della famiglia: c’è una routine di addormentamento? Lo mettete a letto sempre alla stessa ora? Fa pisolini lunghi nella giornata, soprattutto nel pomeriggio?
Sono tutte variabili importanti da conoscere e valutare! I bambini hanno bisogno di routine definite e chiare, di regolarità nel ciclo sonno-veglia e negli orari. Può darsi che dorma troppo nel pomeriggio? Insomma, mi faccia un po’ sapere quali sono le vostre abitudini e ritmi, che sono fondamentali per inquadrare al meglio la situazione.